
La Reggia di Caserta è un palazzo dalla storia incredibile che si trova nell’omonima città di Caserta, in Campania, ed è in assoluto uno dei monumenti italiani più famosi e visitati.
E‘ da considerare come la più grande residenza reale al mondo, sebbene oggi non rivesta più alcun ruolo istituzionale.
E‘ un grande intreccio di stanze, corridoi, saloni e cortili frutto della mente geniale dell’architetto Luigi Vanvitelli che non vide mai questo luogo del tutto completo. Quest’opera mastodontica, ultima grande opera del Barocco Italiano (con grande influenza neoclassica) fu infatti completata solo nel 1845.
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LA REGGIA
La facciata del palazzo, preceduta da un lungo viale e un ampio cortile di forma ellittica, è alta quasi quaranta metri e lunga oltre i duecento. La Reggia si articola intorno a quattro grossi cortili interni (di oltre 3.000 mq ciascuno) e quasi si perde in un immenso parco finemente decorato con statue, fontane e piante esotiche.
Una volta dentro si nota l’architettura detta “a cannochiale“ in cui la propria vista si perde all’orizzonte attraverso i pregiati corridoi perpendicolari e i diversi “vestiboli“ ottagona li. Proprio i vestiboli, una sorta di disimpegni architettonici accolgono il visitatore dividendo armonicamente lo spazio.
Al piano terra e al primo piano si svolgevano le normali attività quotidiane, mentre al secondo piano troviamo gli appartamenti per la corte. Subito sotto al tetto, all’ultimo piano, troviamo le stanze della servitù con piccole finestre appena visibili.
Poco dopo il portone d’entrata ci si trova di fronte al vestibolo inferiore, in cui si trova la galleria interna e si accede al monumentale scalone reale, tipico dell’architettura tardo barocca decorato con statue di leoni ad opera di Paolo Persico e Pietro Solari, mentre sul soffitto svetta trionfante un bellissimo affresco di Girolamo-Starace Franchis: Le quattro stagioni e la reggia di Apollo.
Salendo le grandi scalinate d’onore parallele si giunge al vestibolo superiore che dà l’accesso alla grandiosa Cappella Palatina, agli sfarzosi appartamenti reali e all’immensa e sfarzosa sala del trono. Il complesso regale si completa con una suggestiva fontana, caratterizzata da una grande cascata che alimenta tutti i giochi d’acqua del giardino. Da qui si ha una straordinaria vista d’insieme del giardino, chiuso dalla maestosa facciata del palazzo.


IL GIARDINO INGLESE
L’idea di inserire un giardino, che non fosse concepito solamente come luogo di svago, arrivò circa trenta anni dopo l’avvio dei lavori per la costruzione della Reggia. A volerlo fu la regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, moglie di Ferdinando IV. Era, infatti, nel 1785 quando si cominciò a progettare quello che fu poi un teatro della memoria che spazia dall’antico Egitto alle finte rovine greco-romane, dai miti ai temi letterari dell’Arcadia, dall’esoterismo degli Acquaviva e dei Rosacroce al simbolismo massonico.
Venne realizzato, così, un percorso stazionale che apparentemente sembra casuale, e che soltanto un adepto/iniziato massone poteva seguire nel modo giusto, orientandosi grazie ai significati codificati di ogni statua, finta rovina e edificio. Ciò è dimostrato dagli studi effettuati sulla rosa canina scolpita sul cappello della statua del pastore appartenuta agli Acquaviva, che rimanda all’alchimia, alla rosa degli Orsini e dei Tudor, alla rosa dei Rosacroce, a Giordano Bruno e alla Massoneria.
IL TEATRO DI CORTE

Richiamando il San Carlo di Napoli per la sua forma a ferro di cavallo, che a sua volta si ispirò al Teatro Nuovo ai Quartieri Spagnoli, il Teatro della Reggia di Caserta fu l’unica opera veramente finita nel palazzo sotto il controllo di Luigi Vanvitelli. L’architetto si dedicò spesso alla scenografia e all’effimero anche per la sua grande passione per il teatro, come testimoniano numerosi disegni conservati nelle collezioni casertane.
La struttura, che si trova nel braccio ovest della Reggia, venne terminata in soli tre anni, ma molto lenti furono la costruzione dei palchi, le decorazioni e le rifiniture.
Un’accelerata si ebbe alla notizia dell’arrivo di Maria Carolina d’Austria per celebrare le nozze con Ferdinando IV nel 1768. Il teatro non fu ultimato in tempo e per l’occasione venne allestito il cantiere, che però venne inaugurato per il Carnevale del 1769.
Il teatro di Corte ha due particolarità che lo rendono unico: un palcoscenico collegato direttamente con l’esterno; i quarantadue palchetti disposti su cinque ordini presentano tutti una diversa decorazione di putti e festoni.